PAROLE PER STRADA, PAROLE VIRTUALI, PAROLE COLLETTIVE: LA PRIMA PRESENTAZIONE DEL GOLFINO BLU – Parte seconda

Ci siamo. Domani è la grande serata. Sarà per quello che il battito del cuore è un tantino esagerato e le notti diventano lunghissime, passate a contare le ore?
Macché. Non sono mica agitata. Sono perfettamente calma e padrona della situazione. Ho perfino in mano una scaletta del programma, me la sono inventata in quattro e quattr’otto durante la vacanza al mare. Il riposo porta consiglio, chissà…
No, non sono agitata. Ma la notte non si dorme. Si pensa, si immagina, ci si fa domande, ci si augura che vada tutto bene. Niente di che.

La buona notizia è che gli amici del Furore dei libri arrivano a dare una mano, insieme al caro Bruno, che fa parte sia del Furore che della Carboneria: un doppio, indispensabile auto. Come anche è provvidenziale l’arrivo dell’amica Biancastella, mater di tutti i carbonari, direttamente dal cuore marchigiano.
Notizie che rischiarano perfino la giornata iniziata con pioggia e temporale. Al primo pomeriggio il sole fa capolino, proprio mentre incontriamo Bruno per portare i pannelli con i racconti al Centro Culturale Piero Rossi. Curioso, stanno tutti dentro quattro custodie somiglianti a quelle dei mitra. Ci guarderanno con sospetto, in piazza?…

Invece arriviamo senza problemi e cominciamo a montare i totem. Il sistema è pratico e veloce, ma un po’ di usura dovuta all’errabondare in lungo e in largo per l’Italia fa sì che la manovra diventi un po’ più impegnativa. Anche il ragazzo del bar, simpatico e aitante, viene a dare una mano. Grazie!
Ed eccoli qua, sistemati nelle accoglienti sale del Centro, tutte dedicate a spazi culturali ed enogastronomici tipici: quattro totem a tre facce, con tutti i racconti dell’edizione 2011 di Parole Per Strada. La prima bella emozione della serata.
Il tempo di tornare a casa a cambiarsi (cosa diavolo mi metto???) e poi si ritorna. E si comincia sul serio.

Come avevo immaginato sarò io a condurre, a parlare, a presentare. Una vera anchor woman. Vabbè, in fondo che problema c’è? Sto cominciando a divertirmi, e il cuore me lo conferma, teletrasmettendo, calmo, il comando del sorriso, che da questo momento si piazza stabile sul mio volto appena abbronzato.
Mi sembra di festeggiare il mio compleanno. Arrivano parenti e amici uno dietro l’altro, e la sala in breve si riempie. Arrivano anche persone che non conosco, il che vuol dire che il messaggio ha fatto il suo dovere, è volato in giro e qualcuno lo ha raccolto. Alla fine, a sala stracolma, credo che una cinquantina di persone siano venute ad ascoltarmi. Ogni volto conosciuto è una sorpresa e un moto d’affetto che mi riempie: cerco di accogliere tutti come se fossi a casa mia, mentre il sorriso mi si allarga da orecchio a orecchio. Sono tutti qui per me? Bè, no, non solo: gli argomenti presentati sono interessati, ma è indubbio, e innegabile, che in tanti sono venuti perchè conoscono me.
Una profonda gratitudine mi invade. Mi sento a mio agio.
È ora.
Sono appollaiata su un alto sgabello.
Si comincia.

E comincio già con una svista… in una presentazione come si deve bisognerebbe, appunto, presentarsi… io invece saluto i presenti e parto a testa bassa senza che neppure mi passi per la testa di dire chi sono. D’altronde qui lo sanno quasi tutti chi sono! Chi non lo sa, lo imparerà presto.
Mi preoccupo invece di presentare le Parole per Strada, chiamo accanto a me la presidente del Furore dei libri, Marialuisa Mora, che non finirò mai di benedire, insieme a Renzo Galli, l’altro componente dell’associazione, per essere presenti. Chi meglio di loro può spiegare in cosa consiste il concorso, cos’è l’associazione, cosa è la mostra itinerante? Vedo volti interessati, e ci credo: si tratta di una novità, e di una novità bella. Le parole incontro alla gente, dove mai si sono viste?
E l’esempio è presto fatto: chi tra noi è presente anche nell’antologia che racchiude tutti i 92 racconti, legge le sue 1500 battute.
Arrivano, lo sento, lo capisco dagli applausi che sorgono spontanei. E dal fatto che le antologie dello scorso anno e i numeri della rivista del Furore spariranno a fine serata, andranno letteralmente a ruba.
Siamo nel cuore della serata, l’attenzione è viva.

Tocca al Golfino Blu, alle parole digitali, tocca a me parlare di me. Il libro fisico non c’è, le copie ordinate all’editore per l’occorrenza non sono arrivate e questo si dimostrerà alla fine un vero peccato. Di più, un peccato mortale. Perchè le persone sono davvero interessate! Lo sono le mie colleghe, che sono venute in massa a sostenermi, ma si mantengono discretamente in disparte. Lo sono le mie dirette superiori, anche loro presenti, a sorpresa. Lo sono i parenti, che finalmente toccano con mano la passione che mi porto dietro fin da bambina, quella per le parole. Lo sono le persone comuni, che sono curiose di sapere qual è il parere di un’infermiera, di quella tizia in divisa bianca che in corsia non fa che correre e cercare al tempo stesso di non perdere il sorriso e l’abitudine a una buona parola. Ci tengo, a questo proposito, a sottolineare il coinvolgimento che ci prende, ma che non dobbiamo, non possiamo dimostrare, perchè la vita di ogni paziente è solo sua, ma poi diventa anche un po’ nostra, per forza di cose, per necessità. Non c’è un muro fra chi assiste e chi è assistito, come a volte può sembrare: c’è uno scambio continuo. E lo dimostro subito, leggendo alcuni brani del Golfino.
Questo è un momento delicato: la lettura a volte può annoiare la platea. Cerco di metterci il sentimento che mi ha spinto a scrivere quelle righe, qualche anno fa. Non ho una gran voce, non sono un’attrice, ma la mia emozione, ancora presente oggi come allora, si sente, nelle ultime frasi che un po’ si strozzano in gola. Non c’è niente da fare: ogni volta ripensare alle persone che mi hanno ispirato quelle pagine mi stringe il cuore.
No, nessuno si è annoiato. Leggo due brani, ne ho un terzo, ma mi sembra troppo. Intanto arrivano le domande. Meraviglioso… Vogliono sapere di me, di come scrivo, da quanto scrivo, del mio lavoro, del libro, di come comprarlo, di dove trovarlo. E questo è il mio unico grande rimpianto, di questa serata memorabile: il libro, fisicamente, non c’è, e non per colpa mia. Se ci fosse stato sarebbe stato esaurito. Questa piccola fetta di umanità davanti a me è solo in minima parte aggiornata sulle nuove tecniche editoriali, quasi nessuno sa come si fa a leggere un libro digitale. Qui si ama ancora la carta e l’andare per librerie. Li capisco… ma sono qui anche per spiegare le nuove frontiere, con i pro e i contro, per quanto ne so. E sono aiutata in questo dal fantastico Renzo che tira fuori dal cilindro il coniglio bianco, sotto forma di un lettore elettronico, incantando i presenti con una dimostrazione pratica, discutendo con i pochi che sono pratici sui meriti, e con gli altri sulla necessità di aggiornarsi, di andare incontro al futuro, anche se personalmente annaspiamo in anni non più verdi.

E poi passiamo, senza accorgerci, dalle parole in digitale alle parole collettive, e presento l’amata Carboneria, chiamando a me la mater carbonara Biancastella: ennesima svista… dimentico di citare Bruno come confratello, ma ci pensa lei, per fortuna. Per fortuna davvero che lei è con me! La sua innata e travolgente simpatia mi aiuta a descrivere il clima che si respira in Carboneria, l’allegria della brigata, il metodo di scrittura a distanza, e quello, appunto, a più mani. Citiamo alcuni dei nostri lavori, e qualcuno prende appunti! Parliamo della nostra prossima pubblicazione, Marchenoir, imminente, e del progetto di fantascienza che abbiamo nel cassetto.
Ripensandoci, forse un’altra svista l’ho beccata proprio qua. Non sarebbe stato meglio lasciare qualcosa di più tangibile sulla Carboneria? Ma a pensarci ancora meglio… che cosa? Ci sarebbero voluti dei libri, anche qua… ma non li avevo. Spero solo di avere suscitato l’interesse in qualche curioso, che sia poi così intraprendente da cercare la nostra attività in rete, diventare nostro tifoso e seguirci con le nostre prossime pubblicazioni.

Insomma, una chiacchierata fra amici. Alla fine di questo si è trattato. O almeno io ho avuto questa impressione. L’ambiente informale, la presenza di tanti persone conosciute, la partecipazione interessata, la collaborazione di chi è intervenuto insieme a me, tutto ha contribuito in questo senso. Con mio enorme piacere.
Quando mi rendo conto che si sta facendo tardi e qualcuno deve scappare per andare a preparare la cena, chiudo la serata, anche se so che in tanti, me compresa, avrebbero voluto proseguire. Ma non finisce subito, ricevo complimenti da ogni parte, e ancora richieste di informazioni. Ancora una volta rimpiango di non poter distribuire le copie cartacee del golfino, perchè è soprattutto quello che mi si chiede. E purtroppo so che, una volta passato l’entusiasmo del momento, quasi tutti quelli che sono stati qui stasera si dimenticheranno di esserci stati e di avere avuto il desiderio di avere il libro in mano. Una grossa occasione mancata, per il Golfino.

Non so se ce ne saranno altre. So solo che questa serata resterà nella mia memoria.
Grazie, di cuore, a tutti coloro che ci sono stati: sono loro che l’hanno resa indimenticabile.

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4 Risposte to “PAROLE PER STRADA, PAROLE VIRTUALI, PAROLE COLLETTIVE: LA PRIMA PRESENTAZIONE DEL GOLFINO BLU – Parte seconda”

  1. Mimmo Says:

    Le parole per strada è stata un’idea che mi ha entusiasmato moltissimo, soprattutto per l’efficacia che può ottenere rapportata ai (relativamente) pochi mezzi necessari. Mi è venuta voglia di proporne un’edizione dalle nostre parti, ti faccio sapere l’esito dei primi abbocamenti!!!!!

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  2. ramona Says:

    Mimmo, non vorrei smorzare il tuo entusiasmo, ma mi è stato detto che esiste una sorta di copyright sulle Parole Per Strada, dunque non si può fare una cosa troppo simile. In caso potresti metterti in contatto con quelli del Furore dei libri, per sapere fin dove si può arrivare. E’ bello comunque sapere che una iniziativa come questa non lascia indifferenti. Fammi sapere. Un abbraccio.

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  3. pedalopoco Says:

    ehm…ehm…. e che te devo di…????

    straaaaaaaaaacomplimentiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii 🙂

    un abbraccio superrrrrrrrrr

    Peda

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  4. ramonar Says:

    grazie Peda! Aspetto un tuo commento sul Golfino, se ti va. Un abbraccione a te…

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